I creatori di Colin McRae Rally e Dirt si
vestono finalmente di licenza ufficiale, e sfornano un titolo imperdibile per i fan del rally con EA Sports WRC.
Con EA Sports WRC, la sensazione è che la licenza del mondiale di rally sia tornata a casa: che sia nelle mani giuste, con una Codemasters che comprende davvero questo sport, e quello che lo rende speciale rispetto ad altri racing game.
Lo studio inglese l’ha sempre inquadrato nella serie Dirt Rally, con il secondo capitolo che è stato tranquillamente il miglior simulatore di rally della scorsa generazione su console e PC. L’originale Dirt Rally rimane un esperimento più unico che raro, con l’Accesso Anticipato su Steam, ma qui vediamo più del suo seguito perché WRC è comunque meno grezzo e hardcore sotto tanti punti di vista. Lo studio inglese l’ha sempre inquadrato nella serie Dirt Rally, con il secondo capitolo che è stato tranquillamente il miglior simulatore di rally della scorsa generazione su console e PC. L’originale Dirt Rally rimane un esperimento più unico che raro, con l’Accesso Anticipato su Steam, ma qui vediamo più del suo seguito perché WRC è comunque meno grezzo e hardcore sotto tanti punti di vista.
L’ECCELLENZA DI EA SPORTS WRC — Nella modalità Carriera, il primo evento che abbiamo fatto è stato con un’auto storica: il gioco ti dice subito che, essendo un’auto in prestito, pagherai per tutti i danni fatti, e ci siamo quasi sentito in obbligo di non farne e di andare relativamente piano perché non solo avrebbe avuto un impatto sul nostro budget, ma avremmo anche danneggiato una vero auto storica. Quindi è un bel feeling da questo punto di vista: ti fa sentire dentro il gioco, e dentro la fantasia che il gioco vuole simulare.
Scesi in pista, la prima nota da fare è sicuramente sul modello di guida: ne avevamo già parlato nel nostro provato di EA Sports WRC, ma possiamo confermare che ha raggiunto un livello di perfezione tale che gli appunti rimasti sono davvero pochi. Stiamo parlando davvero dell’apice dell’esperienza dello sviluppatore in questo campo: è un modello di guida complesso, sfumato, una fusione perfetta dell’aspetto audio e di quello più puramente connesso alla maneggevolezza. Si possono sentire dei suoni in sottofondo del cambio che gratta quando viene azionato, di quando si schiaccia il pedale del freno, o di come prendere un colpo possa alterare il rombo del motore, e tutto questo – quando sei solo col tuo co-pilota in mezzo al nulla – contribuisce ad aumentare quello stato di concentrazione e di flow che è la reale unicità cui dovrebbero puntare questi tipi di giochi. LA PAZIENZA È LA VIRTÙ DEI FORTI — E WRC è un gioco unico anche nella sua definizione di racing game. Il livello di sfida – che si alza ulteriormente passando da una trazione all’altra, con differenze spesso drammatiche – è piuttosto elevato specie per quei giocatori che hanno poca pazienza, quindi il vero training è portarli ad averla: col tempo, viene sviluppato un istinto che è quell’istinto tipicamente rallistico del voler portare l’auto a casa e non dover per forza vincere tutte le tappe. Questo sport è una maratona, e non uno sprint, e tale accezione ne renderà sempre ogni incarnazione videoludica che lo comprenda davvero diversa da tutti gli altri – come il recente Forza Motorsport.
Indubbiamente, la rinuncia ai rewind – che proprio Dirt aveva canonizzato nel genere – è un passo verso una dimensione un po’ più pura e hardcore, forse dettata dall’aver messo il logo del World Rally Championship in copertina. È interessante notare come il gioco legga le condizioni climatiche e le loro varie gradazioni, così come le tipologie di fondale e le loro varie gradazioni, influenzino le prestazioni: non è solo un accorgimento che migliora il tarmac, come ce lo aveva presentato Codemasters nelle preview di EA Sports WRC, ma fa pure sì che ci sia una gestione diversa della tappa, perché se non siamo granché sulla neve e sul ghiaccio, e però sappiamo di andare forte nello stesso rally su un asfalto un po’ più asciutto, allora possiamo decidere di limitare i danni nel primo caso e di spingere di più nel secondo. MODALITÀ COSTRUTTORE E CARRIERA — La Carriera parte dalla Modalità Costruttore, con cui creare la propria auto e farla competere con le altre ufficiali. Diversamente da quanto si sarebbe potuti immaginare, è una modalità assai profonda, con cui costruire la vettura nei minimi dettagli. Ci sono tanti particolari che non erano necessari, e il fatto che siano stati inclusi rende tutto ancora più appassionante: la possibilità di introdurre svariati tipi di tachimetro, di volante, di sedile, così come di modificare profondamente il look della carrozzeria, è qualcosa che ti aspetteresti più da un Need for Speed che da un titolo su licenza WRC.
Un pochino deludente (probabilmente per mantenere una competizione equa) è il fatto che non si possa portare l’auto della Carriera online ma se ne debba creare una ad hoc. Ovviamente, costruendone una, possiamo determinare le sue performance in base a quanto vada ad impattare sul nostro budget: è molto ampio fin dall’inizio, ma poi la spesa va sostenuta nel tempo, coi risultati ma soprattutto con i vari eventi pensati appositamente per portare flusso di cassa nei vari reparti del team. In partenza potrete permettervi pressoché tutto il meglio, così come la crew sarà già stata assemblata, in modo da lasciare questi aspetti (meccanici e ingegneri sono sostituibili, e il capo ingegnere è persino potenziabile) solo a chi voglia occuparsene sul serio. Sulla Carriera vera e propria, il grosso pregio che ha è lasciarti esplorare l’intero calendario ufficiale della WRC, saltando a piacimento le tappe che non ti interessano (stile Ogier e Loeb, da piloti part-time… per chi può permetterselo), e staccare la spina di tanto in tanto con eventi a tema storico o di altre categorie, come la WRC2. Quella dello sponsor è una buona trovata per metterti quel pochino di pressione a variare attività regolarmente, ma il suo livello di felicità iniziale è tale da non costituire chissà che ostacolo. Tutto sommato, la struttura a calendario e appuntamenti settimanali la rendono abbastanza elementare e prevedibile, e non è stata reinventata alcuna ruota rispetto alle modalità Carriera che siamo soliti vedere nei motoristici. MOMENTI E SCUOLA DI RALLY Per quanto riguarda i Momenti, lascia alquanto interdetti a livello di scelte, perché Codemasters ha deciso di aggiornarla come parte del suo live service durante l’anno, ma la base di partenza è abbastanza risicata: ci sono appena tre scenari (due reali e uno fittizio) disponibili, in cui prendere una delle tre medaglie in base al tempo che registriamo. Ce ne sono persino due bloccati dietro il paywall di EA. Francamente, è così poco che fatichiamo persino a giudicarla, ma nel complesso è una modalità a scenari che avrebbe potuto dare di più se non fosse stata inquadrata nel contesto degli aggiornamenti stagionali, o comunque se le varie stagioni a cominciare dalla prima fossero state più corpose. Viene da pensare che il team inglese voglia focalizzare l’attenzione dei giocatori a lungo termine solo ed esclusivamente sul multiplayer online, e limitarsi a segnalare questa chicca il cui potenziale esploderà, semmai, più avanti.
La Scuola di Rally è un’altra delle novità di EA Sports WRC, ed è bello vedere come le prove di livello base spieghino letteralmente le basi del rally: oltre il suo sostrato semi-hardcore, dunque, il gioco si prende del tempo per dare un’introduzione finalmente morbida al genere, spiegando ad esempio cosa significhino nel dettaglio le informazioni fornite dal co-pilota. Questo è fondamentale, e lo abbiamo trovato sempre una mancanza dei giochi di rally, anche quelli di Codemasters che ti buttavano in pista, e chi s’è visto, s’è visto. L’OMBRA DELL’IBRIDO SU EA SPORTS WRC — Poi ci sono le prove avanzate che ricordano in molti casi le patenti di Gran Turismo, che è una cosa che ovviamente apprezziamo. L’unica lacuna è stata la mancanza di prove di un livello successivo, che avrebbero potuto magari approfondire meccaniche più complesse come il cambio manuale: sarebbe stato utile avere un luogo sicuro dove fare quello step in più dopo aver acquisito una buona padronanza del mezzo. Agli appassionati di rally non sfuggirà che si tratta del primo rallistico Codemasters dell’era ibrida (solo il secondo in assoluto, dopo WRC Generations). Questo comporta che, all’area di servizio, potremo scegliere tra tre posizioni del pedale dell’acceleratore, in modo da determinare quando il motore andrà ad attingere dalla batteria per il boost elettrico. Col pedale più alto, ad esempio, basterà una pressione del 30% per attivare questo mini-turbo, ed è per questo che la riteniamo una configurazione aggressiva adatta a circuiti poco tecnici, puliti e con tanti rettilinei. Gli assetti equilibrato e prudente richiedono invece una pressione maggiore dell’acceleratore, assicurandosi di attivare questo piccolo turbo solo in situazioni dove sia più sicuro farlo. La carica della batteria e l’uso del boost sono debitamente segnalati nell’interfaccia durante le gare, ed è coinvolgente avere un ulteriore layer a cui prestare attenzione nel “parc fermé”, sebbene l’effettiva utilità sia un qualcosa di difficilmente misurabile. I RALLY DI REGOLARITÀ I Rally di Regolarità sono un’altra esperienza che, semplicemente, prima non c’era: l’obiettivo è il cronometro qui, non essere più veloci, non essere più lenti, non arrivare prima, non arrivare dopo. Perché sia che arrivi prima, sia che arrivi dopo, prendi dei punti di penalità. Lo scopo ultimo è prendere meno punti di penalità, e lo si fa giungendo ad ogni rilevatore quanto più a ridosso possibile dell’intertempo stabilito. Ci sono dei limiti di velocità, inoltre, per cui vi ritroverete in situazioni dove dovrete tenere schiacciati sia il pedale dell’acceleratore che quello del freno, leggermente o più intensamente, per rispettare questi limiti (se non volete altri punti di penalità, ovvio). E una cosa molto particolare è che le istruzioni del co-pilota in questo caso sono molto asciugate: questo perché il co-pilota ha bisogno di tempo per dirti se stai andando troppo piano o troppo forte, compatibilmente con l’intertempo che dobbiamo centrare. È un tipo di modalità molto diverso dal rally regolare (perdonerete il gioco di parole), e la speranza è che prenda piede tra i fan, perché è un’interpretazione più ludica e meno competitiva del genere. Possiamo vederla fare bene persino con gli amici in locale. EA SPORTS WRC, IL VERDETTO Da un punto di vista tecnico, EA Sports WRC si presenta molto più pulito del codice preview che abbiamo provato alcune settimane fa, anche se alcune asperità sono state mantenute: maxato, il frame rate è parso soffrire persino su una RTX 3080 a 2560×1080, non un gran segnale; e inconsistenze, come micro-stutter, seppur quasi spariti, si sono palesate pure al penultimo e più leggero preset grafico. Probabilmente, la cosa è dettata dal passaggio all’Unreal Engine, motore su cui il team di sviluppo non ha potuto maturare un’eccessiva esperienza, ma che intanto ha garantito l’inclusione di tappe molto lunghe a cui non eravamo affatto abituati, e che possono essere considerate agilmente una delle cifre distintive del gioco. Pur con una modalità Carriera a tratti banale e la struttura attuale dei Momenti deludente, EA Sports WRC è un titolo che ogni fan dei simulatori rallistici dovrebbe provare: tra modello di guida, realismo e varietà, è il picco massimo dell’esperienza di Codemasters nel genere, con in più la licenza ufficiale del campionato del mondo. Il rally è finalmente tornato a casa.
fonte: Paolo Sirio – https://esports.gazzetta.it/
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